ULTIME NOTIZIE
SI
E' SPENTO LUIGI BELCASTRO
i
cento anni di elvira amato
SAN ROCCO AFFASCINA E ATTIRA,
NONOSTANTE QUALCHE STONATURA
UN AFFOLLATO E
GRADEVOLE "CONCERTO SOTTO LE STELLE"
LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI
PEPPINO FAZIO; UN MEMORABILE EVENTO
LA
MOSTRA DELL' "ARCHEOLOGO ERNESTO MAFFEI.
IL FATTO

IL FUTURO DEL PITAGORA. E SE
ACCORPASSIMO 8 INUTILI MINISTERI
I VERI ANGELI
LA
FESTA DI ELVIRA
RISCOPRIRE
MARX E' URGENTE
BEATI
I POVERI PERCHé MANGIANO BENE
OPERE DI MISERICORDIA IMPOSSIBILI
BUON FERRAGOSTO E BUONE
FERIAE AUGUSTI
A TUTTI
LA MOSTRA DELL' "ARCHEOLOGO
ERNESTO MAFFEI.
|
IL FATTO
IL
FUTURO DEL PITAGORA. E SE ACCORPASSIMO 8 INUTILI MINISTERI
 Apprendiamo
dal TGR Calabria che secondo un piano del ministero della “
Distruzione della scuola pubblica”si vorrebbero tagliare 8 autonomie
scolastica che verrebbero accorpate e tra queste lo storico Liceo
Classico Pitagora” di Crotone, una storica istituzione scolastica che
ha forgiato decine di generazioni di giovani, molto dei quali sono
diventati poi personaggi importanti anche a livello nazionale ed
europeo. Per limitarmi ai giovani caccuresi che si formarono in questa
grande scuola tra i tanti basta ricordarne solo due: il dirigente
scolastico professore Baldasarre De Marco e il compianto generale di
brigata Vincenzo Sgro.
A proposito del generale caccurese ecco cosa ebbe a scrivere qualche
anno fa per ricordare la sua vecchia scuola:
"Per quanto riguarda l'Istituto, il ricordo che nel tempo è
rimasto più vivo in me è quello che si riferisce alla figura maestosa
del preside, prof. Francesco Bellusci. Si verificava talvolta che il
preside sostituisse il professore di italiano assente. In tali rare
occasioni veniva nella mia classe (sezione D) il preside Bellusci a
spiegarci la letteratura o La Divina commedia. Noi studenti rimanevamo
ammirati della sua cultura e della chiarezza della spiegazione.
Altri professori che ricordo sono Morrone, Lodato e
Siporso. I compagni di classe li ricordo quasi tutti ed, in particolare,
una ragazza molto bella per la quale nutrivo un amore platonico. Da
qualche anno, saltuariamente. mi ritrovo con gli amici Emilio Arcuri e
Gennaro Grieco che vivono rispettivamente a Bergamo e a Cremona.
Naturalmente la conversazione verte prevalentemente sui piacevoli e
sbiaditi ricordi liceali, Ricordo, infine, con molta simpatia, il
bidello Agostino (?), al quale gli studenti destinavano i loro innocenti
scherzi.
Le uniche cose che gelosamente conservo del periodo liceale
sono, oltre alla citata agendina contabile, una sbiadita fotografia
fatta con gli amici sulla spiaggia ed un quaderno con la traduzione, dal
greco, dell'Edipo Re di Sofocle.
Le vicende della vita mi hanno portato lontano dalla mia
Calabria: vivo da molti anni nel Friuli Venezia Giulia. Ogni qualvolta
torno a Caccuri non posso fare a meno di "scendere" a
Crotone per rivedere la città e per visitare, ovviamente, il
"Pitagora". Tanti ricordi, tante sensazioni giovanili
riemergono. La città è migliorata nei suoi palazzi e nelle sue vie. Il
"Pitagora" rimane immutato come struttura e funzione. E' stato
e ritengo sia tutt'ora un punto di riferimento della vita culturale
crotonese. Sono orgoglioso di averne fatto parte integrante come
studente. Ringrazio, dopo oltre 50 anni, tutto il personale
dell'Istituto per ciò che mi ha dato in cultura. Ho costruito le
fondamenta che mi hanno assicurato, col passare degli anni, una
dignitosa vita sociale.
Ai tempi di questi illustri studenti la scuola era
ancora considerata un luogo di istruzione e di formazione, soprattutto
umanistica, del cittadino, non come un’azienda che deve produrre
soprattutto utili. Così se un istituto non rende economicamente e il
rapporto costi benefici non è soddisfacente, lo si chiude, lo si
accorpa indipendentemente se ha prodotto o continua a produrre
eccellenze, cervelli, a educare e istruire studenti che vincono gare
nazionali e internazionali. Accorpare è la parola magica, tagliare,
ridurre i costi, e se non basta lasciare mano libera ai privati, alle
congregazioni religiose, alle università on line della Moratti nelle
quali ti colleghi con un computer da Filezzi e puoi conseguire la
laurea, magari con 110, lode e il bacio virtuale in fronte. E se
accorpassimo una decina di ministeri? Tanto per quello che valgono. e
quanti inutili ministri e altrettanto inutili sottosegretari dovremmo
mantenere!
I VERI ANGELI

Quando vi
dicono che gli angeli sono esseri eterei, spirituali, con i capelli
lunghi e biondi, con la tonaca bianca, che suonano le trombe del
Giudizio oppure vi ripetono la storiella dell'angelo custode, non
credetegli: se davvero esistesse un angelo custode a mia moglie non
capiterebbero un sacco di guai, uno dietro l'altro, soprattutto in
considerazione del fatto che lei è sempre stata una cattolica fervente.
No, gli angeli dei quali vi hanno parlato non sono mai esistiti, sono
solo una invenzione relativamente recente della religione cristiana,
moto diversi perfino dagli angeli della bibbia più simili agli dei
pagani agli esseri incorporei e asessuati della tradizione cristiana.
Però ci sono altri angeli che esistono davvero. Non hanno i capelli
lunghi e biondi; molti li hanno corti e neri, altri sono addirittura
calvi; non vestono la tonaca bianca, ma camici bianchi, tute arancioni
ricoperte di strisce catarifrangenti; non hanno in mano trombe, ma
siringhe, barelle, cateteri, padelle, garze e cerotti. Sono questi i
veri angeli, gentili, educati, professionali, dotati di un grande
spirito di sacrificio,
sottoposti a turni di lavori massacranti, malpagati, a volte persino
oltraggiati e aggrediti da qualche idiota. Se proprio volete venerare
qualcuno, venerate questi angeli in carne e ossa. >
LA
FESTA DI ELVIRA 
La nostra amatissima Valeria mi ha fatto pervenire alcune foto della
festa per i cento anni di Elvira Amato che pubblico volentieri
rinnovando alla nostra amica centenaria gli auguri più belli e
affettuosi e rammaricandomi perché a causa di uno spiacevole incidente
domestico capitato a Vittoria non abbiamo potuto partecipare a questa
bellissima cerimonia. Un grande abbraccio a Elvira e a Valeria.
RISCOPRIRE
MARX E' URGENTE
 A
morire nei cantieri
Nelle
fabbriche, nelle miniere
Sono
gli angeli senza le ali:
Operai
e manovali
Franco Trincale
I versi di questa triste canzone di Franco Trincale, assieme a
quelli della stupenda "Era bello il mio ragazzo" che Anna
Identici cantò incredibilmente nel 1969 in quella vetrina di lustrini e
paiette che è da sempre Sanremo mi tornano alla mente dolorosamente
ogni volta che si verifica un incidente mortale sul lavoro, cosa che,
purtroppo, si verifica quasi tutti i giorni, assieme ad altri versi che
constatavano amaramente
come a morire nei cantieri, nelle fabbriche e nelle miniere non è mai
un cavaliere del lavoro, ma sempre e solo un operaio, un minatore, un
carpentiere, un saldatore. Dai tempi delle denunce cantate di Anna
Identici e di Franco Trincale non è cambiato niente, anzi il numero dei
caduti e dei mutilati sul lavoro è cresciuto enormemente: nel 2021 i
morti sul lavoro sono stati 1361, nel 2022 solo (si fa per dire,
1090) mentre già nei primi 7 mesi del 2023 si registrano 559 vittime.
E' come se uno dei nostri paesi interni sparisse ogni anno dalla carta
geografica. A ogni incidente mortale i presidenti della Repubblica, i
capi di governo e qualche loro ministro, i sindacati (una volta, adesso
sono spariti e non scioperano nemmeno se arriva l'apocalisse)
pronunciano qualche parola di condanna, esprimono il loro cordoglio alle
famiglie dei caduti, promettono provvedimenti rigorosi ed efficaci, ma
già dopo qualche ora la "spinta propulsiva" si è già
esaurita fino alla prossima strage (ormai uno o due morti sul lavoro al
giorno non fanno nemmeno notizia). Così mentre i cantieri si riempiono
di sangue, i portafogli delle imprese e degli azionisti si riempiono di
milioni. Ovviamente guai a parlare di sfruttamento dei lavoratori, di
tutela dei loro diritti, di lotta alla precarietà, di salario minimo.
E' il trionfo del liberismo sfrenato, del capitalismo senza regole e
senza controlli, degli avvoltoi, dell'homo homini lupus, del mors tua
vita mea, dei ricchi borghesi che, come sempre ingrassano sulla pelle
dei lavoratori. Ma se è vero quel che dice Vico, verrà il giorno
della riscoperta di Marx e a riscoprirlo forse saranno quegli pseudo
intellettuali, quei pennivendoli, quei poveri lazzaroni, quei proletari
ai quali hanno fatto credere che la distruzione dello stato sociale, le
privatizzazioni, la globalizzazione li avrebbero resi tutti ricchi e
felici in barba a alle teorie di Marx e ai comunisti mangiatori di
bambino. Prima di chiudere esprimo il mio cordoglio per la terribile
strage (perché di questo e non altro si tratta) di Brandizzo con
l'augurio che incidenti così vergognosi e dolorosi non abbiano mai più
a verificarsi.
BEATI
I POVERI PERCHé MANGIANO BENE 
Questa volta l'ha azzeccata per
sbaglio: apparentemente
provocatoria, la frase del cognato ministro del "capo dei
ministri", contiene in parte una verità che però non è quella
che pretende lui. Se è vero, infatti che il povero che vive in campagna
si arma di zappa, rastrello e piantatoio come il signore a destra nella
foto e si produce da solo le verdure che costituiscono la parte
essenziale della sua alimentazione, altrettanto non può fare il povero
che vive in città, che non ha la possibilità di coltivare l'orticello
e che per sopravvivere, quando può permetterselo, è costretto a
comprare gli scarti dei mercati ortofrutticoli o in alternativa sperare
nella Caritas. No, il povero mangia meglio del ricco perché
fortunatamente non può permettersi di andare a pranzo o a cena nei
locali degli amici evasori e pezzenti arricchiti del ministro dove ti
rifilano le peggiori ciofeche a prezzi astronomici, ma deve
accontentarsi di una frissurata di peperoni e patate, di due cucuzzelli
lessi con la mentuccia, di due fagioli col pomodoro e la cipolla di
Tropea, di un'insalata di pomodori e cipolla con l'origano o di qualche
fiore di zucca pastellato e fritto. A questo punto, visto che i nostri
politici tutto sommato invidiamo la nostra dieta consiglio loro di
andare a zappare e prodursi da sé il cibo genuino; ne guadagnerebbero
la politica e l'agricoltura.
OPERE DI MISERICORDIA IMPOSSIBILI 
" Seppellire
i morti", mi insegnava il mio maestro di catechismo, un giovane
parrocchiano veneto della parrocchia di Maia Bassa di Merano, è una
delle sette opere di misericordia corporali indispensabili per trovare
noi stessi misericordia ed entrare nel Regno di Dio. Capita,
però, che a Caccuri a volte si è nell'impossibilità di rispettare
questo precetto cristiano e che che i morti rimangano insepolti per cui
viene loro negato l'accesso all'Ade e devono vagare senza sosta al di
fuori del regno come Icaro, come Palinuro, come Licaone per almeno 100
anni. Qualche giorno fa sono venuto a conoscenza per caso del fatto
che nella cappella del cimitero giace, da oltre un anno, una salma
insepolta perché non si sa dove collocarla, motivo per il quale la stessa cappella
risulta inagibile per messe o altri riti. Credevo che questi
problemi esistessero nelle grandi città, ma non avrei mai immaginato che
potessero esistere anche nel nostro sventurato paese,
Nei primi anni 80 la scalcinata Amministrazione social -
comunista guidata dal sindaco Lacaria per ovviare a inconvenienti di
questo tipo fece costruire 12 loculi proprio nei pressi della cappella
che dovevano essere utilizzati solo in caso di emergenza come
"parcheggio" nel caso di morti improvvise di gente sprovvista
di tomba, calamità naturali con morti, decessi di forestieri,
rinvenimenti di cadaveri non identificati, insomma situazioni di
emergenza vera in attesa di soluzioni definitive. Poi quegli
amministratori bislacchi e incapaci, nel 1990 furono mandati a casa e
sostituiti da amministratori veri, così qualche mese dopo, i 12 loculi
furono assegnati in via definitiva a chiunque ne faceva richiesta vanificando
lo scopo per il quale erano stati costruiti, né altri amministratori,
in trent'anni si sono preoccupati di risolvere questo problemino. Le
conseguenze sono sotto gli occhi di chi vuol vedere.
14
AGOSTO 2023
BUON FERRAGOSTO E BUONE FERIAE AUGUSTI

DomanI
è il giorno scelto dalla chiesa cattolica per cancellare una delle
tante feste laiche (i cristiani le chiamano spregiativamente pagane
connotando negativamente l'aggettivo) che, fino a 2000 anni fa si
celebravano nel corso dell’anno per scandire i ritmi della natura, le
attività agricole o i cambi di stagione prodotti dal movimento di
rivoluzione della Terra. Fortunatamente, almeno in questo caso,
l’operazione è riuscita, solo in parte per cui, a differenza di tante
altre come i saturnali, il dies natalis solis invictis, i baccanali etc.
si è riusciti a conservarne il nome, anche se la festa (come
celebrazione cattolica) viene ridotta a un solo giorno e associata
all’assunzione in cielo della Madonna (festa dell’Assunta.) Per chi
come me non crede invece è festa tutto il mese, anche perché siamo
riusciti, nel corso di decenni, a mettere in sequenza una serie di
manifestazioni laiche per rendere interessante e godibile questo periodo
esattamente come si faceva al tempo “Divino Augusto.” Mancano solo
le corse dei cavalli augustee sostituite, nella vicina Castelsilano, con
"La gara degli asini", un tempo attrattiva caccurese proprio
nel giorno di Ferragosto poi scomparsa con la scomparsa dei
"ciucci." Allora buon Ferragosto agli amici credenti e buone
feriae Augusti agli amici laici.
LA MOSTRA DELL' "ARCHEOLOGO
ERNESTO MAFFEI.

E' stato bello e interessante visitare oggi pomeriggio la mostra
fotografica "Nei segni essenze di memorie" di Ernesto Maffei
allestita in vico I Buonasera e che presenta una serie di istantanee del
nostro centro storico.
Ernesto, oltre che collega e una delle persone più amabili,
umili, affettuose che io abbia mai conosciuto, è un bravo fotografo
capace, appunto, di cogliere le " essenze delle memorie."
Descrivere un paese vivo fotografando la gente, le attività quotidiane,
le feste, la vita sociale, gli usci e le finestre aperte è lavoro da
cronista, da reporter, un lavoro relativamente più facile, anche se
artisticamente sempre molto interessante. Lo hanno fatto anche il nostro
Vincenzo Fazio e il grande Saverio Marra per San Giovanni in Fiore;
cogliere l'essenza di un passato che non esiste più fotografando le
strade e le case deserte, gli intonaci screpolati dal tempo e
dall'incuria, le porte scrostate, "le morte stagioni e la
presente" è lavoro da archeologo, molto più complesso
tecnicamente e artisticamente e richiede cuore, passione, modestia e
amore per un paese, che pur se non è quello natale, ti prende comunque
l'anima. Ed Ernesto ha tutte queste doti.
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ULTIME
NOTIZIE
07/08/2023
SI E' SPENTO
LUIGI BELCASTRO

Si è spento questo pomeriggio, dopo una lunga malattia, Luigi Belcastro.
Persona onesta, grande lavoratore, e buon padre di famiglia, era figlio
di Ferdinando, un cugino di mia madre e della carissima Serafina Marasco
che ci ha lasciato 3 anni fa. Con lui e con la sua famiglia il legame di
parentela è stato sempre stretto, soprattutto quando erano ancora in
vita i genitori. Spesso trascorrevamo insieme le giornate per la
gioia di Ferdinando e Serafina, persone generose e affabili come gli
altri cugini Belcastro. In questo momento di grande dolore voglio
far giungere ai figli, alla moglie, alle sorelle e ai parenti tutti le
mie più sentite condoglianze. I funerali saranno celebrati domani alle
ore 17. Addio, Luigi, riposa in pace.
04/08/2023
i cento anni di elvira amato
Un'altra caccurese raggiunge e supera il traguardo del secolo di
vita: questa volta a spegnere le candeline è stata la cara amica Elvira
Amato che va ben oltre il quasi 98 anni del padre, il compianto
Maurizio. Elvira, nata il 3 settembre del 1923, donna di classe,
gentile, intelligente, garbata e affettuosa con tutti, merita ancora
tantissimi anni felici e sereni e tutti noi glielo auguriamo di cuore.
Per l'occasione i familiari e l'Amministrazione comunale col sindaco
Marianna Caligiuri e l'ex parroco di Caccuri don Tommaso Mazzei hanno voluto
festeggiare la neo centenaria e farle gli auguri della comunità
caccurese e dei parrocchiani. Purtroppo per un increscioso problema di
famiglia non abbiamo potuto essere presenti alla cerimonia e abbracciare
la nostra carissima amica. A Elvira tantissimi sinceri auguri e
alla cara Valeria e ai parenti tutti un affettuoso saluto. Con il
superamento dell'agognato traguardo da parte della cara Elvira, Caccuri
si conferma ancora una volta un paese longevo. Sono moltissimi, infatti,
gli altri paesani che lo hanno raggiunto e superato o che si ci sono
avvicinati mancandolo di poco.
26/08/2023
EMOZIONI
AL MEMORIAL VINCENZO DE ROSE 
E' stata una bellissima
emozione assistere ieri al Memorial Vincenzo De Rose, il triangolare di
calcio organizzato dai dirigenti dell'ASD Sporting Caccuri e dalla
presidentessa Dora Sganga per ricordare la figura del
compianto amico Vincenzo, commerciante, politico e presidente per molti
anni della Caccurese, la prima squadra di calcio del paese a giocare
nella terza categoria, al quale è intitolato anche il locale campo
sportivo. L'idea di ricordare e onorare Vincenzo De Rose che i ragazzi
dello Sporting, ma anche quelli un po' più anziani non hanno avuto la
fortuna di conoscere, è quanto mai opportuna ed è doveroso
riconoscerne il merito dei dirigenti dello Sporting.
A disputarsi la vittoria, arrisa al Real Cotronei, sono stati lo
Sporting e il Real Casino, una squadra di Castelsilano iscritta
quest'anno alla terza categoria che riprende il vecchio nome che il
paese presilano aveva fino al 1950. Per i giovani che non conoscono
l'origine del nome di questo bellissimo borgo va detto che esso derivava
dal fatto che l'antico abitato sorse nel XVIII secolo attorno al casino
di caccia del principe di Cerenzia Scipione Rota al quale appartenevano
le terre del feudo dell'antica Akerénzia.
Al di là del risultato che premia la squadra cotronellara
perché in una competizione ci deve essere per forza un vincitore, anche
se a questi livelli la vittoria andrebbe aggiudicata a tutte le squadre,
credo che i veri vincitori siano stati lo spirito di amicizia, di
rispetto e stima reciproci tra i giocatori, i dirigenti e i compaesani
tifosi di tutte e tre le squadre e lo sport dilettantistico, privo di
agonismo deteriore, inteso come palestra di vita, di umiltà, di sani
principi che torna nei nostri tre paesi. Di ciò dobbiamo essere grati a
quelle persone come Dora Sganga, come Gionatha Porcelli, come i
dirigenti del Real casino e del Real Cotronei e di tante altre
squadrette dei nostri paesi interni che sacrificano il loro tempo
libero, le loro domeniche per educare e far crescere i nostri
ragazzi.
17/08/2023
SAN
ROCCO AFFASCINA E ATTIRA, NONOSTANTE QUALCHE STONATURA

Col
passaggio per le strade del paese della processione di San Rocco e con i
fuochi pirotecnici passa in archivio anche questo "San Rocco
2003", una festa che subisce ogni anno nuove trasformazioni, ma che
comunque, come ieri, riesce sempre ad attirare a Caccuri migliaia di
persona dai paesi vicini e da altri posti d'Italia e della
regione. Intanto la decisione, quest'anno, di trasferire la serata
musicale in viale Convento a seguito dei lavori in corso nella
tradizionale sede dell'ex Porta grande e dell'oggettiva impossibilità
di ricorrere alla fu piazza Annunziata per quest'anno e per i secoli a
venire pare non abbia nuociuto alla festa; profonde trasformazioni
invece subisce la processione, pare, per alcune disposizione della Curia
che, a seguito dei famosi "inchini" segnalati negli scorsi
anni in qualche paese della Calabria, ha deciso di vietare i
tradizionali palchetti che venivano allestiti nei pressi delle
abitazioni di numerosi fedeli sui quali la statua sostava per qualche
minuto consentendo ai portantini e ai suonatori della banda musicale di
riposare un po' e di ristorarsi. Comprendiamo le ragioni della Curia ed
eventualmente delle Autorità che combattono il fenomeno mafioso, ma
rimane molta amarezza nel constatare che, si finisce ancora una
volta per buttare via il bambino assieme all'acqua sporca in un
paese nel quale non si sono mai registrati fenomeni mafiosi, né di
particolare importanza per l'ordine pubblico e la convivenza
civile. E' come quando si usano gli insetticidi per distruggere le
zanzare nocive finendo per decimare anche le utilissime api. E' triste,
oltre che ridicolo vedere la statua di un santo tanto venerato trainata
da un trattore agricolo perché, giustamente, i pochi portantini non
possono sobbarcarsi l'immane fatica di trasportare a spalle la statua
per 4 - 5 chilometri su vie anche in forte pendenza nel corso di
una intera mattinata perché non si da loro la possibilità di fare
qualche sosta per ristorarsi. Mi chiedo anche come facciano i musicanti
a camminare per ore sotto il sole cocente soffiando negli strumenti a
fiato senza una sosta e senza bere un sorso di acqua o una bibita
rinfrescante. Credo meritino una medaglia. Forse sarebbe bene che i
caccuresi finalmente si facessero sentire considerato che il grande
Giovanni Marullo, deceduto una
sessantina di anni fa, non può oggettivamente farlo lui. Rimane, però,
la gioia e la soddisfazione di constatare che, nonostante tutto, San
Rocco riesce ancora ad attirare a Caccuri tantissimi pellegrini e
visitatori come si toccava con mano ieri sera in un rione Croci
completamente intasato di auto di gente venuta per divertirsi e per
onorare il Patrono. Speriamo che San Rocco illumini chi di dovere e che
l'anno venturo la festa e la processione possano tornare a essere un
momento di raccoglimento e di preghiera per i credenti e una formidabile
occasione di socializzazione per tutti i caccuresi, credenti e laici.
Intanto plaudo ai membri del Comitato e agli Amici di San Rocco che, pur
tra mille difficoltà, riescono a dar vita a una festa bella come quella
di ieri.
15/08/2023
UN AFFOLLATO E
GRADEVOLE "CONCERTO SOTTO LE STELLE"

Con
un bel concerto del complesso bandistico "G. Verdi Cerenzia -
Caccuri" diretto dal maestro Simone Pasculli in viale
Convento si sono chiuse le manifestazioni promosse dalla Fondazione
Terzo Millennio.
Il complesso bandistico "Giuseppe Verdi Cerenzia
- Caccuri" è il prodotto della fusione della banda di Cerenzia
fondata dal maestro Pignataro e dalla banda musicale Zeus nata dal
lavoro indefesso di Peppino Sganga, presidente dell'associazione
culturale Zeus che, con la fondazione presieduta da Luigino Ventura sono
state le prime associazioni culturali nate negli anni '90 a promuovere
la cultura e a cercare di recuperare il patrimonio storico,
folkloristico, monumentale e le tradizioni del paese. Ma tornando
all'evento musicale presentato da Gaia Caligiuri e Noemi Scalise,
i numerosi spettatori che gremivano il viale, ringraziati caldamente da
un maestro Pasculli visibilmente soddisfatto per la nutrita presenza e
dal presidente Ventura hanno assistito a un concerto di qualità nel
corso del quale sono stati eseguiti tra gli altri pezzi come Appalaghian
Morning di Robert Sheldon, Abracadabra di Frank Ticheli, Salut d'Amour
di Edward Grieg, l'autore della celeberrima "Il mattino", che
difficilmente si ascoltano nelle piazze. Bene orchestrati anche pezzi
come Funiculì Funuculà e la famosissima My way, brano che nasce in
Francia per opera del musicista Jacques Revaux col titolo di Comme d'habitude,
ma che diventa celeberrima grazie a Paul Anka che ne rileva
i diritti e ne trasforma il testo e a Frank Sinatra che ne incide
una versione memorabile.
Eventi come questo e operazioni culturali come quella
avviata e portata avanti dai maestri Pasculli e Pignataro risultano
efficacissimi per promuovere la cultura e i giovani del luogo molti dei
quali frequentano il conservatorio o sono già apprezzati maestri come
sottolineava nel suo intervento di ringraziamento il maestro Pasculli.
Nel corso della serata il presidente Luigino Ventura ha salutato e
ringraziato i presenti che lo hanno applaudito caldamente.
12/08/2023
LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI
PEPPINO FAZIO; UN MEMORABILE EVENTO
Alla presenza di un folto pubblico è
stato presentato ieri pomeriggio a Castelsilano, nel'ex cortile del
casino di caccia del principe Scipione Rota, il libro di Peppino Fazio
"La mia storia - I miei primi cinquant'anni in Canada" nel
quale l'autore racconta la sua vita di emigrato nel paese nord
americano.
Peppino Fazio, classe 1948, castelsilanese, è uno dei tanti
"emigrati di successo" della "terrazza del
Crotonese" come Pippo Marra, il fondatore di ADN Kronos, come
Giuseppe Rotundo, benefattore, fondatore dell'asilo infantile del
paesino pre silano, come Francesco Candido, pittore di fama
internazionale. Ex seminarista, Peppino, dopo aver frequentato
l'Istituto Magistrale di San Giovanni in Fiore, nel 1967 emigra in
Canada per raggiungere il padre già emigrato una prima volta in
Svizzera. Nel paese nord americano, dopo un primo periodo di
ambientamento nel quale supera alcune comprensibili difficoltà, il
giovane, vulcanico castelsilanese si integra perfettamente nella
comunità italiana e in quella canadese al punto di diventare anche un
commentatore sportivo di una radio degli emigrati. A differenza di tanti
altri italiani, però, mantiene sempre stretto il legame col suo paese
di origine, sposa una sua compaesana e torna spesso per
innaffiare le "radici" che mai recide. Infine decide di
mettere nero su bianco la sua cinquantennale esperienza di emigrato in
questo libro nel quale non racconta solo se stesso, ma anche la saga
dell'emigrazione della sua famiglia, dei suoi parenti, del paese, ma
anche di tutto il Mezzogiorno, la sfortunata regione italiana che da
terra di immigrazione si trasforma, dopo l'unità d'Italia, in terra di
emigrazione dalla quale si calcola partono in alcuni decenni 20 milioni
di persone. Tutto questo Peppino non lo scrive, ma traspare dai suoi
sapienti racconti, dalle storie individuali dei tanti emigrati che
incrociano la vita di questo nostro illustre corregionale al quale il
Comune di Castelsilano e l'associazione Arcalabria e il suo presidente
Tonino Cardamone hanno dedicato un murales che lo raffigura accanto a
una ragazza che legge il suo libro. A sviscerare e commentare
l'opera, moderati dalla giornalista Lory Bioni sono stati chiamati il
giornalista Vito Barersi, il parroco di Castelsilano don Francesco De
Simone e l'autore di queste note. Nel dibattito sono intervenuti anche
il sindaco Franco Durante e il presidente dell'Arcalabria Tonino De
Simone. Un grande in bocca al lupo all'amico Peppino dal quale ci
attendiamo un nuovo libro sui suoi secondi cinquant'anni in Canada che
ci dichiariamo pronti a presentare con grande entusiasmo.
09/08/2023
UN MEMORIAL PER RICORDARE
VINCENZO DE ROSE, PRESIDENTE DELLA CACCURESE

Si svolgerà venerdì
18 agosto, con inizio alle ore 16,30, il Memorial Vincenzo De Rose
per ricordare il compianto presidente della Caccurese degli anni
'80. Il torneo, organizzato dai dirigenti dell'Asd Sporting Caccuri
avrà luogo nello stadio comunale intitolato all'indimenticabili
dirigente scomparso e vedrà la partecipazione dello Sporting Caccuri,
del Real Cotronei e del Real Casino, una società nata da poco e che
riprende il nome dell'antica Castelsilano, la ridente cittadina nata
intorno al casino di caccia del principe Rota. Un plauso ai dirigenti
dello Sporting, non solo per questo doveroso omaggio a Vincenzo De Rose,
ma anche per aver ridato ai ragazzi caccuresi la possibilità di
partecipare a un campionato di terza categoria e di giocare al calcio.
Ringrazio in particolare Gionathan Porcelli per avermi inviato la
locandina dell'evento.
08/08/2023
L'ANIMA DEL CENTRO
STORICO IN UNA MOSTRA DI ERNESTO MAFFEI
Nei prossimi giorni la
Fondazione Terzo Millennio promuoverà due importanti eventi che
contribuiranno ad arricchire l'offerta culturale dei nostri paesi: un
"Concerto sotto le stelle" del complesso bandistico Giuseppe
Verdi sul sagrato della Chiesa di Santa Maria del Soccorso e una
interessante mostra fotografica dell'amico e collega Ernesto Maffei in
Salita Castello dal significativo titolo "Nei segni ... Essenze di
memoria" che ci aiuterà a cogliere l'intima essenza del nostro
centro storico e dei nostri monumenti che spesso degniamo solo di uno
sguardo superficiale perdendoci "l'anima, la bellezza e il fascino
arcano" dei nostri monumenti. Complimenti e grazie a Ernesto per
questo interessante lavoro
e al presidente Luigino Ventura, instancabile motore e anima della
Fondazione.
06/08/2023
LA
LABORIOSITà DEL POPOLO CASTELSILANESE IN UN MURALE DEDICATO A VINCENZO
CANDIDO

E' stato bellissimo ed emozionante, oggi pomeriggio assistere a
Catelsilano all'inaugurazione del murales dedicato al maestro cestaio
Vincenzo Candido, padre del mio amico pittore Francesco. Bellissimo
perché è raro, soprattutto nei nostri paesi, che venga tributato un
omaggio così importante a una persona ancora in vita della quale si
riconosce il valore, la bravura, la dirittura morale, la capacità di
amare e di farsi amare da una comunità che si sente rappresentata nella
sua totalità, al di là e al di sopra delle divisioni politiche,
sociali, culturali che da sempre esistono all'interno dei piccoli paesi,
da una sorta di patriarca che è custode di questi valori. L'omaggio a
Vincenzo Candido, bidello comunale, maestro cestaio e grande lavoratore
è, infatti, come ha sottolineato nel suo intervento Tonino Cardamone,
presidente dell'associazione culturale Arcalabria, un omaggio alla
laboriosità di tutto il popolo castelsilanese che il maestro Candido
rappresenta degnamente.
L'opera realizzata dell'artista romana Tiziana Rinaldi
Giacometti, sulle parete di una casa di via dei Panari, raffigura il
maestro Candido intento a
realizzare una cesta ed è soltanto uno dei tanti murales che
abbelliscono e abbelliranno ancor di più nei prossimi mesi Castelsilano
e che si ispirano alla società contadina e alla vita di tutti i giorni
di questo bellissimo borgo che si affaccia contemporaneamente sul mare e
sulla Sila. A rendere omaggio al vecchio cestaio e a illustrare questo
importante progetto realizzato in sinergia dall'associazione Arcalabria
e dall'Amministrazione comunale sono intervenuti anche il sindaco Franco
Durante e l'ex sindaco avvocato Pietro Durante.
Dicevo all'inizio dell'emozione, una emozione che ho provato
nell'incontrare e salutare con grande affetto, dopo tantissimi anni, la
prima persona che incontrai nel primo giorno della mia carriera
scolastica da insegnante nella scuola elementare di Castelsilano in un
freddo giorno di marzo del 1971 quando, arrancando nella neve, riuscii a
raggiungere il portone dell'edificio. A introdurmi all'interno del primo
posto di lavoro della mia vita fu proprio Vincenzo Candido.
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