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C'era
una volta la processione dell'Immacolata
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morto Bruno De rose
L'ATTUALITà
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MESSAGGIO DI SAN FRANCESCO D'ASSISI IN UN CONVEGNO DELL'UPMED
DOMANI
COMMEMORAZIONE DEI CADUTI IN GUERRA
ADDIO
A ROSINA RUGIERO
UN
MURALES DI FILOMENA GUZZO IN VIA DESTRA
PASSATA
LA FESTA ........ DIVAGAZIONI SEMISERIE
IL FATTO
I
SANTI DI DICEMBRE (PILLOLE DI CULTURA CACCURESE)
LA
SP. 33 COME IL SUOLO LUNARE
INIZIANO
I LAVORI
LA COSTRUZIONE DEL CIMITERO A MANCA DEL ROSARIO
Ricordi
di Santa Rania
RIMEMBRANZE
Caccuri
a settempre
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IL FATTO
I SANTI DI DICEMBRE (PILLOLE DI CULTURA CACCURESE)
Fra
tre giorni è la festa di Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia
come recitava un vecchio adagio che faceva riferimento al solstizio
d'inverno che quando era ancora in vigore il calendario giuliano
elaborato dall'astronomo Sosigene di Alessandria e adottato da Giulio
Cesare, coincideva appunto col 13 dicembre. Nella cultura
della nostra società contadina il giorno di Santa Lucia segnava
l'inizio delle "calennule" un sistema "empirico"
basato sull'osservazione delle condizioni meteorologiche della giornata
che le nostre nonne utilizzavano per farsi le previsioni del tempo per
tutto l'anno avvenire.
In pratica il 13 dicembre corrispondeva al mese di gennaio, il 14
a febbraio, il 15 a marzo e così via fino al 24, vigilia di Natale, che
corrispondeva a dicembre. Se per esempio, il 13 dicembre la giornata si
presentava in prevalenza soleggiata e asciutta con temperatura rigida
avremmo avuto un gennaio con queste caratteristiche e così via per
tutti gli altri giorni - mesi. Le nostre nonne annotavano
diligentemente queste osservazioni e così la sera della vigilia avevano
il loro bel calendario meteorologico per il nuovo anno.
Inutile dire che una volta queste perle di saggezza venivano
tramandate alle generazioni future come una specie di patrimonio
immateriale che faceva di un "gregge" di persone una comunità
coesa con una sua identità, con tradizioni e valori condivisi e
custoditi gelosamente.
Assieme al "rito delle calennule" la nostre nonne ci
insegnavano anche una specie di filastrocca per aiutarci a ricordare i
santi che si festeggiavano nel mese di dicembre e che recitava
così:
Sant'Aloe
porta la nova:
'u quattru è de Barbara,
'u sie è de Nicola,
l'ottu è de Maria,
'u tririci 'e Lucia
e lu 25 è du Messia.
Ovvero:
Sant'Eligio
porta la buona novella:
il 4 è la festa di Santa Barbara,
il 6 quella di San Nicola,
l'otto di Maria Immacolata
il 13 di Santa Lucia
il 25 è la nascita del Messia
La santa siracusana, protettrice della vista non ha certo
bisogno di presentazioni, mentre meno noto risulta,probabilmente
sant'Eligio di Noyon, santo francese del VI secolo, orafo e poi
funzionario di corte preso i sovrani Merovingi che si festeggia il
primo dicembre. Il suo nome francese Eloi nel medio evo italiano
diventa Alò e nel nostro dialetto Aloe, perciò l'abusata
invettiva "mannaia sant'Aloe" non è un innocente
espediente per evitare una bestemmia, ma un'invettiva vera e
propria rivolta al patrono degli orafi.
Gi altri santi citati sono abbastanza noti, da
Santa Barbara, protettrice dei minatori e degli artiglieri, a San
Nicola di Myra, patrono di Bari, conosciuto anche come San
Nicolò a Venezia e nel Triveneto (è anche il patrono di Merano col
nome si Sankt Nikolas) o col nome inglese di Santa Claus, per
non parlare dell'Immacolata e dell'Illustre figlio.
A San Nicola, il 6 dicembre, si recitava anche una
terzina in dialetto che mio nonno Saverio ( la mia Treccani di
un tempo) mi obbligò a mandare a memoria e a ripetere puntualmente
ogni anno:
Sani Nicola,
ogni vallune sona
ogni mantra fa la prova.
Ovvero il giorno di San Nicola i ruscelli fanno sentire la loro voce
(l'acqua che scorre per le abbondanti piogge del mese di
novembre e in ogni ovile i pastori cominciano a produrre
ricotte e formaggio.
Fuerbach, un filosofo tedesco del XIX secolo soleva ripetere che
"l'uomo è ciò che mangia." Ecco, noi caccuresi abbiamo
"mangiato" queste storie, queste poesiole, questi riti che
hanno forgiato la nostra cultura (da non confondere con istruzione o
erudizione come faceva in passato qualcuno risentito al punto
di innescare sciocche polemiche), la nostra identità di caccuresi,
le nostre tradizioni che abbiamo il dovere di custodire
gelosamente, preservare e tramandare alle future generazioni per
impedire con la sua dispersione "la morte della comunità
caccurese" del cuore pulsante di questo paese.
C'era
una volta la processione dell'Immacolata

C'era una volta la
processione dell'Immacolata che l'8 dicembre attraversava le vie e i
rioni caccuresi e assieme all'Immacolata tante altre processioni: quella
di San Giuseppe "suo castissimo sposo" come ci insegnavano al
catechismo, quella di Sant'Antonio, di San Vincenzo, di San Francesco,
del SS Crocefisso ed altre ancora. Poi l'emigrazione, nuove mode
all'interno della Chiesa, la conversione di gran parte della popolazione
caccurese ad altri culti, una certa disaffezione dei fedeli, fecero
sparire tutte le altre processioni. Attualmente resistono solo quella
del Venerdì Santo e quella del patrono San Rocco, anche se abbastanza
stravolta pare in ossequio a "disposizioni antimafia." Così
le bellissime tradizioni caccuresi scompaiono anno dopo anno o vengono
stravolte e annacquate dal "progresso" e dalle trasformazioni
socio-economiche e "culturali" del "borgo della
cultura". Sono curioso di vedere quest'anno come si svolgerà la
festa di San Rocco, la processione, dove sarà allestito il palco per
l'esibizione degli artisti e se ci saranno o meno i fuochi pirotecnici,
anche in versione ridotta, a chiusura della festa. Per fortuna ci
restano le foto a ricordarci le nostre care tradizioni e le
famose "radici cristiane" sbandierate a ogni piè
sospinto.
UNA
INSTALLAZIONE ARTISTICA DI MENA GUZZO SULLA VIOLENZA DI GENERE

La nostra compaesana
Mena Guzzo ha realizzato una installazione artistica sulla Violenza di
genere, un tema di grande attualità riportato all'attenzione dai
cittadini, proprio in questi giorni, dall'infruttuoso dibattito in
Parlamento sull'approvazione di una legge sull'obbligo dell'educazione
affettiva nelle scuole pubbliche ostacolata dalla Destra e da
associazioni clericali e da terribili fatti di cronaca relativi a
numerosi femminicidi di queste ultime settimane.
La giovane artista caccurese, ormai affermata e conosciuta
in Italia e all'estero, da sempre sensibile ai temi sociali, non poteva
non denunciare, con la sua arte sublime, la drammaticità di un odioso
fenomeno al quale non si riesce a trovare una soluzione che vada oltre
una repressione sanzionatoria che si dimostra sempre più
inefficace.
Qui di seguito Mena spiega il significato e il messaggio che
intende veicolare attraverso questa sua opera d'arte.
Per ammirare il capolavoro della mia carissima ex alunna
provare cliccare il link in fondo alla pagina.
"Qui
non ci sono corpi: ci sono assenze. Restano solo i vestiti di donne che
nessuno avrebbe immaginato vittime. La violenza non sceglie: colpisce
tutte. Distrugge tutto. Questi out-fit gridano ciò che molti non
vogliono vedere: che la libertà può essere strappata in un attimo, che
la vita può finire senza fare rumore, che dietro ogni donna c’è una
storia che può essere spenta. E qui, di lei, resta solo il suo Outfit
———————— “Out” richiama il “fuori”, l’uscire
da qualcosa di negativo, mentre “Fit” evoca adattarsi, stare bene,
ritrovare sé stessi. Quindi “Out-Fit” diventa un invito simbolico a
uscire da la violenza per ritrovare la propria forma, il proprio
equilibrio, la propria identità. Capi come corpi silenziosi, “seduti
“ , testimonianza di chi è stato spezzato dalla violenza.
————— Installazione partecipativa Dell’artista Filomena
Guzzo Per MAMA Maison Malvasia Associazione no profit che promuove
azioni e laboratori per la sostenibilità e la moda etica., via Malvasia
27, Bologna _in occasione della giornata internazionale sulla violenza
di genere. ———- Out-Fit nasce attraverso i laboratori di stile
dove ogni partecipante ha creato un outfit partendo da capi usati,
mescolando forme, colori e intenzioni. È un gioco di stile, ma anche un
gesto simbolico: trasformare l’usato in nuova identità, ridare voce a
ciò che è stato messo da parte. Ogni look creato fa parte
dell’installazione per la giornata internazionale sulla violenza di
genere il 25 novembre2025. L’installazione è dedicata a Diego
Benecchi che mi ha donato fiducia, coraggio. Con lui ho imparato a dare
voce al silenzio, e forma al dolore, portando sensibilizzazione in tutte
le scuole del territorio" .
https://www.facebook.com/2cf7dc79-4103-48ae-9efd-457692775ed6
LA SP. 33 COME IL SUOLO LUNARE
Tranquilli,
le foto che vedete non sono quelle del suolo lunare o marziano, ma
di un tratto della strada provinciale 33, una strada in comproprietà
tra le province di Crotone e di Cosenza che collega Caccuri e San
Giovanni in Fiore lambendo le frazioni di Acquafredda e
Fantino scavalcando il monte Gimmella. Il tratto in questione è
compreso tra la località Acqua 'e ri vulli e la chiesetta di Santa
Maria dei Tre fanciulli (Patia). Un paio di buche hanno più o meno la
profondità della ruota di un'utilitaria per cui basta una minima
distrazione o, di notte, incrociare un'auto che ti costringe a usare i
fari corti per ritrovarti con un semiasse rotto, uno pneumatico
squarciato e magari col collare ortopedico.
Forse sarebbe il caso che qualche elettore o qualche amico degli
amministratori provinciali di Crotone e Cosenza segnalassero ai due enti
la situazione di pericolo e l'opportunità di mettere la strada in
sicurezza trattandosi di un intervento non eccessivamente oneroso anche
per enti ridotti dai governi nazionali alla canna dl gas.
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ULTIME
NOTIZIE
25/11/2025
OGNI
TANTO UNA BUNA NOTIZIA

14/11/2025
LA SEGRETERIA DEL PD CACCURESE CHIEDE NOTIZIE SULLA
CASA
DELLA SALUTE

Con
un manifesto affisso nelle vie del paese, la Segreteria del Circolo PD
di Caccuri riporta all'attenzione della popolazione il problema della
realizzazione di una Casa della Comunità che
secondo la decisione dell'AS di Crotone dovrebbe sorgere nel nostro
paese insieme ad altre previste nel capoluogo di provincia e in
altri paesi del Crotonese.
Col manifesto il PD caccurese, preso atto che lo
scorso 23 settembre il Commissario dell'ASP di Crotone rendeva noto che
nei comuni di Crotone, Cirò marina, Isola Capo Rizzuto, Rocca di Neto e
Verzino i lavori erano già iniziati da qualche tempo e per il
Comune di Caccuri era attesa la ridefinizione del progetto aggiornato,
chiede alle Autorità competenti, a nome dei cittadini,
notizie sullo stato del progetto, sui tempi della ridefinizione e
sull'eventuale inizio dei lavori che dovrebbero essere ultimati entro il
31 agosto 2026, data prevista per la chiusura del PNRR per non rischiare
di perdere questa importante struttura indispensabile per la tutela
della salute in un'area interna carente di servizi sanitari e a rischio
di spopolamento anche perché la gente fatica a curarsi.
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