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          Lunedì 10 febbraio 2025

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2/2/2025

ACCADDE DOMANI: IL COMUNE APPROVA IL PROGETTO DI CONSOLIDAMENTO DELLA CHIESA MADRE

L' UNIVERSITà POPOLARE DEL MEDITERRANEO . VISITA AGUIDATA CON "MAIALATA " A CACCURI

Auguri a Ersilia Pasculli                      

IL FATTO  

'U ZUMMARU ALLU PAISE ‘E RA MUNTAGNA

ASINI A QUATTRO E ASINI A DUE ZAMPE  

STRANEZZE DEL WEB

 

 

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                                                                        IL FATTO    

  UNIVERSIT
à POPOLARE DEL MEDITERRANEO . VISITA AGUIDATA CON "MAIALATA " A CACCURI

  I soci dell'Università popolare Mediterranea di Crotone, col presidente Maurizio Mesoraca e i dirigente dell'Associazione culturale che si occupa di educazione permanente, da anni impegnata nella promozione culturale del Comprensorio crotonese e della regione, hanno effettuato oggi un viaggio di istruzione a Caccuri. Guidarli per le vie del borgo e alla scoperta dei nostri monumenti è toccato all'autore di questo post, socio anch'egli dell'Associazione, docente dei corsi annuali di storia, filosofia e storia dell'arte e coautore dei quaderni Upmed su Fatti  e personaggi di Calabria che si pubblicano ormai da diversi anni. I soci, arrivati a Caccuri con un pullman turistico, hanno visitato il palazzo ducale dei Cavalcanti, il centro storico, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, quelle di Santa Maria del Soccorso e della Congregazione del Rosario. Dopo una sosta al bar Mercuri e all'Angolo del Gusto la giornata si è poi conclusa al ristorante La Roccia con l'ormai tradizionale "Maialata", il pranzo a base di maiale autoctono diventato ormai un classico delle visite guidate dell'Upmed. Un ringraziamento al consigliere comunale Giuseppe Falbo e alla signora Maria Loria per la loro disponibilità in occasione della visita, a Dora Sganga, e al suo staff per la gentilezza  la disponibilità e ai soci Upmed che possiamo considerare  ormai "cittadini onorari" del nostro paese, anche in mancanza di un atto  che lo sancisca ufficialmente. 

              'U ZUMMARU ALLU PAISE ‘E RA MUNTAGNA
        Saverio Chindamo si stabilisce definitivamente a Caccuri
                            di Peppino Marino

                
Posto ancora, a distanza di anni questo mio racconto che ricostruisce l’arrivo a Caccuri di nonno Saverio nel lontano 1902, un quadretto della vita sociale  e della cultura caccurese all’inizio del XX secolo.


N
onno Saverio era rimasto orfano di entrambi in genitori in tenera età, quando ancora non aveva imparato a camminare per cui visse per qualche anno con i nonni poverissimi, che, non potendo sfamare un’altra bocca, non ancora adolescente, lo affidarono ad alcuni pastori dell’Aspromonte con i quali rimase a pascolare le greggi per qualche anno, poi divenne cavatore di “zomme”(1), la radica di erica usata per fabbricare pipe e parquet per i signori e, vagando di qua e là per le montagne calabresi alla ricerca del prezioso legno, capitò a Caccuri agli inizi del Novecento. Da bambino al suo paese aveva assistito ad un efferato omicidio per cui conservò per tutta la vita l’immagine della vittima esanime, con un’accetta conficcata in mezzo al cranio sulla porta della farmacia del paese. Quell’episodio lo segnò irrimediabilmente per cui prese in odio la violenza e cercò sempre di tenersi lontano dai criminali e dai prepotenti. Purtroppo nel suo paese la violenza era pane quotidiano ed egli ne soffriva moltissimo e sperava sempre di capitare in un posto dove questo piaga non fosse di casa..

Il giovane zommaru arrivò a Caccuri agli inizi del secolo scorso, di sera, quando oramai il sole era tramontato da qualche ora e le tenebre erano rischiarate solo da qualche tenue fiammella che filtrava dalle finestrelle delle casucce appollaiate sulla “rupa” e sui Mergoli, entrando a piedi da Canalaci assieme ad alcuni suoi compaesani. Il buio era fittissimo e i cavatori avanzavano sul sentiero facendosi luce con qualche torcia di “varbaschi”[2]. Avevano passato da poco la fontana quando giunse allo loro orecchie un rumore indefinibile, comunque gradevole, e guardando verso l’attuale piazza nella direzione dalla quale proveniva quell’indecifrabile ronzio, videro delle scintille che guizzavano in tutte le direzioni. Incuriositi, ma anche leggermente intimoriti, avanzarono con circospezione sul sentiero pensando a qualche stregoneria e, più avanzavano, più quel rumore diventava più percettibile e più gradevole, mentre le scintille apparivano luciccanti. Giunti oramai al ponte della Parte si resero conto che quello che di primo acchito era sembrato un rumore strano era, in effetti, un suono di chitarra ed allora, rincuorati, avanzarono con passo più deciso e, arrivati in piazza, scoprirono finalmente l’arcano: un contadino con una battente accompagnava una sfrenata tarantella, mentre gli amici, in cerchio, ballavano vorticosamente sulla silica[3] e le tacce ed i trincilli[4] delle loro scarpe chiodate producevano quelle misteriose “stelle filanti “ che li avevano messi in apprensione. Dopo essersi rifocillati e trovato alloggio precario alla locanda del bisnonno Francesco Marino, si ritirarono nei loro giacigli e il mattino dopo, si trasferirono nel bosco di Casalinuovo dove iniziarono la loro attività di “zommari”.

Tre sere dopo, nonostante la riluttanza di nonno Saverio che, per dirla tutta, era anche un po’ fifone e temeva che  eventuali libagioni nelle bettole del paese potessero allentare i freni inibitori dei suoi non troppo pacifici compaesani col risultato di scatenare qualche rissa dagli esiti imprevedibili, i cavatori, e con loro il pavido giovane “zummaru”[5], isalirono in paese. Giunti in piazza Umberto, furono testimoni di una rissa furibonda con pugni, calci, mozzichi e urla di donne che arrivavano alle stelle. Nonno Saverio, terrorizzato, pensando alle inevitabili conseguenze di quel parapiglia, si rifugiò in un cantuccio nel vicoletto che da piazza Umberto scende alla Iudeca rannicchiandosi più che poteva per rendersi invisibile. Abituato alle risse del suo paese pensava che quella sera a Caccuri ci sarebbero stati almeno tre o quattro morti e una decina di arresti ed in effetti il numero degli individui coinvolti in quel parapiglia e l’intensità degli schiamazzi lasciavano presagire un esito di questo tipo. Nonno se ne stava sempre rintanato poi la l’intensità della lite, una volta giunta al culmine, cominciò lentamente a scemare fin quando si placò del tutto. Allora mise timidamente il capo fuori dal suo nascondiglio, ma non vide morti per strada, né carabinieri trascinare in catene criminali; alcuni contadini coinvolti nella spaventosa rissa, con qualche occhio nero o qualche graffio sul volto rientrarono tranquillamente nella bettola riprendendo a bere e a giocare a carte come se non fosse mai successo niente, mentre le donne, calmatesi, rientravano nelle case per riprendere le loro faccende interrotte.

Lo sbalordimento di nonno Saverio fu davvero enorme e fu allora che giurò che non avrebbe mai più lasciato Caccuri e che “ ‘u paise ‘e ra muntagna” per dirla con zu Giovanni Marullo, sarebbe diventato per sempre il suo paese . “ In questo paese si suona e si balla e la gente ama divertirsi e se mai in futuro mi dovessi trovare in qualche guaio, male che vada, disse tra sé, me la caverò al massimo con un occhio pesto e qualche rascune.[6]” Qualche tempo dopo i suoi compaesani, esaurita la campagna di raccolta della radica, se ne tornarono al loro paese, ma, pur mettendocela tutta, non riuscirono a convincere il loro giovane compaesano a ripartire con loro.

Nonno Saverio rimase dunque a Caccuri dove sposò nonna Guglielma e, tranne i sette anni che trascorse nel West Virginia dov'era emigrato da clandestino nascosto come i topi nella stiva di un bastimento, visse sempre a Caccuri senza mai più mettere

1)  radica di erica
2)  verbaschi pianta selvatica   
3) pavimenazione in pietra di fiume    
4) barretta di ferro proteggi suola o anche chiodi per scarpe
5) cavatore di radica
6) graffio
                            

                                    ASINI A QUATTRO E ASINI A DUE ZAMPE  
                                              di Peppino Marino

                                  

L’asino è un animale molto intelligente. Mica sempre, però! L’intelligenza di questo mobilissimo animale si misura dal numero delle zampe che possiede: se ha quattro zampe è sicuramente molto intelligente, se, invece, ne ha solo due, è sicuramente cretino.
   L’asino a quattro zampe riconosce il padrone in mezzo a duecento persone; quello a due zampe anche fra milioni di individui, ma, proprio per questo, difetta in intelligenza. L’asino a quattro zampe, infatti, sopporta il padrone, ma non lo ama, quello a due zampe non sa fare a meno di un padrone, se lo cerca, lo adula, lo lecca.
   L’asino a quattro zampe è costretto a portare la soma, ma ne farebbe volentieri a meno, quello a due zampe se la cerca come il peccatore cerca la penitenza ed è felice quando, col suo sacrificio, fa felice il padrone, soprattutto se il sacrificio è pure ben remunerato.
      Nella storia troviamo esempi di asini a quattro zampe illustri e famosi, da quello di Buridano (che poi era un rigoroso pensatore, anche se poco incline alle decisioni rapide), all’asino d’oro di Lucio Apuleio, allo stesso Pinocchio. Nel caso degli ultimi due si tratta di asini che, alla fine, si sono redenti e sono tornati uomini, praticamente il contrario di molti nostri contemporanei che hanno fatto il percorso inverso.
   L’asino a quattro zampe, purtroppo, non è un animale molto prolifico, tanto è vero che è in via di estinzione,  l’asino a due zampe, invece, presenta un tasso di prolificità esponenziale  e la sua presenza sulla Terra, soprattutto in Italia, si diffonde a macchia d’olio penetrando nei partiti politici, negli enti locali, nelle scuole, nelle istituzioni e, soprattutto, nelle televisioni, habitat ideale per la riproduzione di questa curiosa specie.

                                        STRANEZZE DEL WEB

             

 Facebook mi chiede cosa penso. Oggi penso che internet sia davvero una miniera di stranezze. Navigando nel web o scorrendo le pagine di facebok si trova di tutto. Negli ultimi giorni mi ha incuriosito partcolarmente una pagina che mi si apre ogni volta che apro facebook e mi invita a sostenere piccole imprese locali. La prima volta,  l'istinto di meridionalista che vorrebbe  sempre  fare qualcosa per per aiutare la sua terra mi ha spinto a cercare di capire quali erano queste piccole imprese locali e cosa potevo fare in concreto per aiutarle come magari comprare i loro prodotti, procurare loro qualche commessa, cose del genere. Così ho scoperto che, quasi sempre, non si tratta di imprese vere e proprie, ma di partiti o movimenti politici, pagine personali di  personaggi locali più o meno noti, piccole aziende familiari che si spacciano per associazioni di volontariato ed altro ancora.  Non vi dico lo stupore di trovare tra le piccole imprese anche Nostro Signore Gesù Cristo, quello che scacciò i mercanti dal tempio prendedoli a frustate, uno al quale questa nostra Europa non sarebbe davvero piaciuta e che probabilmente oggi farebbe piazza pulita dei mercanti che la governano e delle multinazionali.  Comunque per aiutare Nostro Signore, almeno su facebook,  non è necessario fare grandi sacrifici, basta un mi piace, cosa che non mi costa niente  e non mi dispiace dal momento che la dottrina sociale di Cristo mi è sempre piaciuta così come piaceva ad alcuni tra i migliori uomini del cattolicesimo e a cristiani autentici come Pietro Valdo. 
   Un'altra pagina che ha attirato la mia attenzione e la mia morbosa curiosità è una pagina nella quale si comunica che a Caccuri si vendono auto pignorate quasi a costo zero. Dovendo a breve cambiare la mai vecchia Toyota ho pensato che potrei fare un affare, così sono andato a controllare e mi sono imbattuto nella foto a destra: un piazzale immenso con migliaia di auto fra le quali ognuno di noi potrebbe trovare quella che fa al caso suo. A questo punto, però sono stato assalito da una serie di dubbi: dove diavolo le avranno pignorate tutte queste auto? Possibile che nel nostro paese ci siano tanti fuorilegge che violano le norme del codice della strada di Salvini e del codice penale' E poi dove le avranno parcheggiate? Saranno mica quelle che intasano la piazza o via XXIV Maggio e via Giovanni Dardani? Stranezze, misteri e interrogativi  ai quali è difficile dare una risposta.  


 

                                 

ULTIME NOTIZIE 

10/02/2025


 ACCADDE DOMANI: IL COMUNE APPROVA IL PROGETTO DI CONSOLIDAMENTO DELLA CHIESA MADRE

      L' 11 febbraio del  1910 il Comune approva il progetto di consolidamento della chiesa di Santa Maria delle Grazie redatto dall’ingegnere caccurese Stanislao Martucci. L’intervento prevede la realizzazione del muro di sostegno del piazzale antistante il monumento quattrocentesco. L’importo dei lavori, per  £. 16.850,55 sarà finanziato con un mutuo della Cassa Depositi e Prestiti. Il consolidamento si è reso necessario a seguito dei danni provocati alla chiesa dal terremoto del 1908

 


23/12/2024
    Auguri a Ersilia Pasculli, ottava ultracentenaria caccurese



  Un'altra ultracentenaria. per la cronaca l'ottava, si aggiunge alla luna lista dei più longevi caccuresi sulla scia di Maria Rosaria Perri, la più longeva con i suoi 103 anni, e le altre 5 che la seguivano in quest'ambita graduatoria. A varcare la fatidica soglia del secolo di vita è stata ieri l'amica e compaesana Ersilia Pasculli, vedova Falbo festeggiata dai familiari e dalle Autorità del paese. Ersilia e le sorelle Brezia e Paolina erano amiche, vicine di casa e  e quasi coetanee di mai madre. Ho avuto modo di frequentare la sua casa per l'amicizia che mi lega al figlio Domenico amico d'infanzia e compagno di avventure. Ersilia una donna brava, leale e capace di grandi slanci di solidarietà. una bella e gradita presenza nel rione Croci che negli ultimi decenni ha perduto figure storiche e pezzi importanti di popolazione. Anche per questo una persona come Ersilia, alla quale auguriamo ancora tantissimi anni di vita felice e in salute , circondata dall'affetto di figli e nipoti, ci è personalmente cara. Auguri, Ersilia, auguri di cuore e un caloroso abbraccio. 

 



  




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