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ULTIME NOTIZIE 2/2/2025 ACCADDE DOMANI: IL COMUNE APPROVA IL PROGETTO DI CONSOLIDAMENTO DELLA CHIESA MADRE L' UNIVERSITà POPOLARE DEL MEDITERRANEO . VISITA AGUIDATA CON "MAIALATA " A CACCURI Auguri a Ersilia Pasculli
IL FATTO
ASINI A QUATTRO E ASINI
A DUE ZAMPE STRANEZZE DEL WEB
C
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IL FATTO
I soci dell'Università popolare Mediterranea di Crotone, col presidente Maurizio Mesoraca e i dirigente dell'Associazione culturale che si occupa di educazione permanente, da anni impegnata nella promozione culturale del Comprensorio crotonese e della regione, hanno effettuato oggi un viaggio di istruzione a Caccuri. Guidarli per le vie del borgo e alla scoperta dei nostri monumenti è toccato all'autore di questo post, socio anch'egli dell'Associazione, docente dei corsi annuali di storia, filosofia e storia dell'arte e coautore dei quaderni Upmed su Fatti e personaggi di Calabria che si pubblicano ormai da diversi anni. I soci, arrivati a Caccuri con un pullman turistico, hanno visitato il palazzo ducale dei Cavalcanti, il centro storico, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, quelle di Santa Maria del Soccorso e della Congregazione del Rosario. Dopo una sosta al bar Mercuri e all'Angolo del Gusto la giornata si è poi conclusa al ristorante La Roccia con l'ormai tradizionale "Maialata", il pranzo a base di maiale autoctono diventato ormai un classico delle visite guidate dell'Upmed. Un ringraziamento al consigliere comunale Giuseppe Falbo e alla signora Maria Loria per la loro disponibilità in occasione della visita, a Dora Sganga, e al suo staff per la gentilezza la disponibilità e ai soci Upmed che possiamo considerare ormai "cittadini onorari" del nostro paese, anche in mancanza di un atto che lo sancisca ufficialmente.
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ZUMMARU ALLU PAISE ‘E RA MUNTAGNA
Il
giovane zommaru arrivò a Caccuri agli inizi del secolo scorso, di sera,
quando oramai il sole era tramontato da qualche ora e le tenebre erano
rischiarate solo da qualche tenue fiammella che filtrava dalle
finestrelle delle casucce appollaiate sulla “rupa” e sui Mergoli,
entrando a piedi da Canalaci assieme ad alcuni suoi compaesani. Il buio
era fittissimo e i cavatori avanzavano sul sentiero facendosi luce con
qualche torcia di “varbaschi”[2]. Avevano passato da poco la fontana
quando giunse allo loro orecchie un rumore indefinibile, comunque
gradevole, e guardando verso l’attuale piazza nella direzione dalla
quale proveniva quell’indecifrabile ronzio, videro delle scintille che
guizzavano in tutte le direzioni. Incuriositi, ma anche leggermente
intimoriti, avanzarono con circospezione sul sentiero pensando a qualche
stregoneria e, più avanzavano, più quel rumore diventava più
percettibile e più gradevole, mentre le scintille apparivano luciccanti.
Giunti oramai al ponte della Parte si resero conto che quello che di
primo acchito era sembrato un rumore strano era, in effetti, un suono di
chitarra ed allora, rincuorati, avanzarono con passo più deciso e, arrivati in piazza, scoprirono finalmente l’arcano: un
contadino con una battente accompagnava una sfrenata tarantella,
mentre gli amici, in cerchio, ballavano vorticosamente sulla silica[3] e
le tacce ed i trincilli[4] delle loro scarpe chiodate producevano quelle
misteriose “stelle filanti “ che li avevano messi in apprensione.
Dopo essersi rifocillati e trovato alloggio precario alla locanda del
bisnonno Francesco Marino, si ritirarono nei loro giacigli e il mattino
dopo, si trasferirono nel bosco di Casalinuovo dove iniziarono la loro
attività di “zommari”. Tre
sere dopo, nonostante la riluttanza di nonno Saverio che, per dirla
tutta, era anche un po’ fifone e temeva che eventuali
libagioni nelle bettole del paese potessero allentare i freni inibitori
dei suoi non troppo pacifici compaesani col risultato di scatenare
qualche rissa dagli esiti imprevedibili, i cavatori, e con loro il
pavido giovane “zummaru”[5], isalirono in paese. Giunti in piazza
Umberto, furono testimoni di una rissa furibonda con pugni, calci,
mozzichi e urla di donne che arrivavano alle stelle. Nonno Saverio,
terrorizzato, pensando alle inevitabili conseguenze di quel parapiglia,
si rifugiò in un cantuccio nel vicoletto che da piazza Umberto scende
alla Iudeca rannicchiandosi più che poteva per rendersi invisibile.
Abituato alle risse del suo paese pensava che quella sera a Caccuri ci
sarebbero stati almeno tre o quattro morti e una decina di arresti ed in
effetti il numero degli individui coinvolti in quel parapiglia e l’intensità
degli schiamazzi lasciavano presagire un esito di questo tipo. Nonno se
ne stava sempre rintanato poi la l’intensità della lite, una volta
giunta al culmine, cominciò lentamente a scemare fin quando si placò
del tutto. Allora mise timidamente il capo fuori dal suo nascondiglio,
ma non vide morti per strada, né carabinieri trascinare in catene
criminali; alcuni contadini coinvolti nella spaventosa rissa, con
qualche occhio nero o qualche graffio sul volto rientrarono
tranquillamente nella bettola riprendendo a bere e a giocare a carte
come se non fosse mai successo niente, mentre le donne, calmatesi,
rientravano nelle case per riprendere le loro faccende interrotte. Lo
sbalordimento di nonno Saverio fu davvero enorme e fu allora che giurò
che non avrebbe mai più lasciato Caccuri e che “ ‘u paise ‘e ra
muntagna” per dirla con zu Giovanni Marullo, sarebbe diventato per
sempre il suo paese . “ In questo paese si suona e si balla e la gente
ama divertirsi e se mai in futuro mi dovessi trovare in qualche guaio,
male che vada, disse tra sé, me la caverò al massimo con un occhio
pesto e qualche rascune.[6]” Qualche tempo dopo i suoi compaesani,
esaurita la campagna di raccolta della radica, se ne tornarono al loro
paese, ma, pur mettendocela tutta, non riuscirono a convincere il loro
giovane compaesano a ripartire con loro. 1)
radica
di erica
ASINI A
QUATTRO E ASINI A DUE ZAMPE L’asino
è un animale molto intelligente. Mica sempre, però! L’intelligenza
di questo mobilissimo animale si misura dal numero delle zampe che
possiede: se ha quattro zampe è sicuramente molto intelligente, se,
invece, ne ha solo due, è sicuramente cretino. Facebook
mi chiede cosa penso. Oggi penso che internet sia davvero una miniera di
stranezze. Navigando nel
web o scorrendo le pagine di facebok si trova di tutto. Negli ultimi
giorni mi ha incuriosito partcolarmente una pagina che mi si apre ogni
volta che apro facebook e mi invita a sostenere piccole imprese locali.
La prima volta, l'istinto di meridionalista che vorrebbe
sempre fare qualcosa per per aiutare la sua terra mi ha spinto a
cercare di capire quali erano queste piccole imprese locali e cosa
potevo fare in concreto per aiutarle come magari comprare i loro
prodotti, procurare loro qualche commessa, cose del genere. Così ho
scoperto che, quasi sempre, non si tratta
di imprese vere e proprie, ma di partiti o movimenti politici, pagine
personali di personaggi locali più o meno noti, piccole aziende
familiari che si spacciano per associazioni di volontariato ed altro
ancora. Non vi dico lo stupore di trovare tra le piccole imprese
anche Nostro Signore Gesù Cristo, quello che scacciò i mercanti dal
tempio prendedoli a frustate, uno al quale questa nostra Europa non
sarebbe davvero piaciuta e che probabilmente oggi farebbe piazza pulita
dei mercanti che la governano e delle multinazionali. Comunque per
aiutare Nostro Signore, almeno su facebook, non è necessario fare
grandi sacrifici, basta un mi piace, cosa che non mi costa niente
e non mi dispiace dal momento che la dottrina sociale di Cristo mi è
sempre piaciuta così come piaceva ad alcuni tra i migliori uomini del
cattolicesimo e a cristiani autentici come Pietro Valdo.
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ULTIME
NOTIZIE
L' 11 febbraio del 1910 il Comune approva il progetto di consolidamento della chiesa di Santa Maria delle Grazie redatto dall’ingegnere caccurese Stanislao Martucci. L’intervento prevede la realizzazione del muro di sostegno del piazzale antistante il monumento quattrocentesco. L’importo dei lavori, per £. 16.850,55 sarà finanziato con un mutuo della Cassa Depositi e Prestiti. Il consolidamento si è reso necessario a seguito dei danni provocati alla chiesa dal terremoto del 1908
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