ULTIME NOTIZIE
E'
MORTA ANTONIETTA PIGNANELLI VEDOVA BELCASTRO
E'
MORTO GIOVANNI GUZZO, UN GRANDE AMICO E COMPAGNO
Addio
a Nicola Drago
ADDIO
A CAROLINA LACARIA
E?
MORTA GIUSEPPINA BARONE
ADDIO A MARIA SPATAFORA
NUOVO
CAMBIO DI GESTIONE DEL BAR MERCURI
ADDIO
A ROCO FALBO, LATINISTA, UOMO DI GRaNDE CULTURA E PERSONA AMABILISSIMA
LA
FESTA DI MAYA, LA FESTA DEI LAVORATORI, E L'IMPEGNO PER I REFERENDUM
ADDIO
A ROSARIO COSCO, AMICO, CUGINO E COMPAGNO
CELEBRATI
I TRADIZIONALI RITI DELLE PALME
IL FATTO
CENNI
DI ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE
ACCADDE
DOMANI: MUORE A ROMA PEPPINO NESCI
UN
CALOROSO RINGRAZIAMENTO AGLI AMICI PER GLI AUGURI DI COMPLEANNO
UN
FILM SU CRAXI DEL REGISTA CACCURESE ETTORE PASCULLI
IL Pd ALLA MANIFESTAZIONE DI DOMANI PER LA PACE
19
MARZO : U JORNU TUO, MA OGGI SAREBBE ANCHE "IL
SUO"
|
IL FATTO
CENNI DI ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE
Ogni tanto mi lascio prendere la mano dalla voglia di esplorare i
dintorni di Caccuri sulle tracce dell'antica civiltà contadina.
Mi dedico a quest'attività quasi da 70 anni, da quando, fanciullo,
cominciai ad acquistare una certa autonomia e i miei genitori, molto
protettivi come possono essere i genitori di un figlio unico, mi
diedero la possibilità di liberarmi per qualche ora della
giornata del loro asfissiante controllo, ma, ogni volta che esco per
qualche passeggiata nelle campagne e nei boschi che circondano il paese,
oltre che in sempre nuove bellezze paesaggistiche e ambientali, mi
imbatto anche in nuovi preziosi resti di un'archeologia
industriale, fabbriche e opifici che un tempo costituivano uno dei
pilastri fondamentali dell'economia della nostra zona. Si tratta quasi
sempre di antichi palmenti, trappeti o frantoi oleari (che non sono la
stesa cosa, anche se spesso usiamo i due sostantivi come se fossero
sinonimi; uno la traduzione in lingua italiana del dialettale "trappitu")
relativamente più moderni e meccanizzati, tra i primi ad essere
azionati da motori diesel, vecchi mulini ad acqua, cave di materiali
lapidei, forni a frasche, calcare, mattonifici, ciaramedii etc.
Fino a qualche decennio fa tesori come questi abbondavano sul
nostro territorio e uomini più avveduti si sarebbero adoperati
per conservarne le vestigia per promuovere un po' di turismo ,
invece nella migliore delle ipotesi ci siamo limitati a lasciarli andare
in rovina quando addirittura non li abbiamo devastati e rimossi quasi
come se dovessimo vergognarcene.
La foto n. 3 è una chiara dimostrazione di come abbiamo lasciato che
questi antichi opifici andassero in rovina fino ad essere sepolti sotto
le loro stesse macerie, mentre la n. 4 ci mostra un capolavoro artistico
ed architettonico di nostri vecchi muratori che con mattoni di
terracotta fabbricati in loco utilizzando come materia prima argilla
estratta ne dintorni del nostro paese, sapevano costruire acquedotti
rurali, archi per portali, ponti etc. Una delizia per gli occhi e
per il cuore, nonché un motivo di orgoglio per noi discendenti ed eredi
di quella Civiltà.
ACCADDE
DOMANI: MUORE A ROMA PEPPINO NESCI
Il
22 giugno del 2002 muore a Roma, all’età di 69 anni, il pittore
Peppino Nesci. Nato a Crotone nel 1933, era vissuto fino all’età di
20 anni a Caccuri. Trasferitosi prima a Orvieto o poi a Roma, divenne un
pittore affermato sulla scia di Scipioni, Mafai e, soprattutto, di Carlo Quaglia. Negli ultimi anni si era specializzato nella
realizzazione di paesaggi calabresi.
Peppino Nesci era il prototipo del caccurese vero. La sua
famiglia era originaria del reggino e Peppino era nato a Crotone nel
1933, ma la famiglia si trasferì a Caccuri dove il padre prestava
servizio come appuntato nella locale stazione dei carabinieri quando
Peppino era ancora in fasce. A Caccuri visse e si formò, poi, all'età
di 20 anni, conseguito il diploma di geometra, si trasferì a Roma e fu
assunto nel Comume di Orvieto nel quale lavorò per alcuni anni per poi
passare al servizio del comune Capitolino come geometra responsabile
della viabilità e della segnaletica della Capitale, ma il suo cuore
rimase per sempre legato a Caccuri e, ogni volta che poteva, ripiombava
nel paese che lo aveva visto fanciullo e ragazzo per trascorrervi
qualche settimana dedicandosi alla caccia e alla pittura che erano i
suoi grandi amori. Da ragazzo abitava in una case a ridosso della Porta
Nuova dove il padre, da pensionato, gestiva anche una edicola per la
vendita di quotidiani, settimanali e fotoromanzi. Poi verso la fine
degli anni 50 la famiglia ottenne l'alloggio nelle case realizzate col
piano Ina case in quella che oggi è via Giovanni Dardani e qualche anno
dopo, Peppino lasciò il paese. Già da ragazzo lo si incontrava spesso
nella campagna caccurese armato di pennelli, colori a olio e cavalletto
intento a rubare alla natura i suoi colori e i suoi stupendi paesaggi
per fissarli sulla tela. Negli ultimi decenni della sua vita aveva
comprato una casetta in via Princeipessa di Piemonte dove trascorreva lunghi periodi a dipingere. In breve la
casuccia divenne una pinacoteca e un museo nel quale l'artista
raccoglieva attrezzi della civiltà contadina, e pezzi di antiquariato
che reperiva a Caccuri e nei paesi vicini. In poco tempo la
"bottega" del pittore divenne anche una meta obbligata per i
visitatori del nostro paese al pari del palazzo ducale, al pari della
Chiesa del Rosario e degli altri monumenti caccuresi. Peppino, la cui
opera fu lodata e apprezzata da critici italiani e internazionali,
dipingeva per il solo gusto di dipingere. Da uomo generoso qual era,
infatti, non vendeva i suoi quadri; semplicemente li regalava agli amici
o , più spesso, li tratteneva per se e li custodiva gelosamente
come ogni padre fa con le sue creature. Io stesso ho la fortuna di
possedere diversi quadri di questo mio grande amico che mi regalava ogni
volta che su qualche giornale veniva pubblicato un mio pezzo che parlava
di lui e delle sue opere o quando Peppino era ospite a casa mia in
occasione delle mitiche cene che organizzavamo qui a Zifarelli con una
numerosa e allegra comitiva di amici che comprendeva anche un
altro mitico, grandissimo amico, il baritono parmense Renzo Fornaciari,
un altro caccurese acquisito che Caccuri, amava più di tanti nativi e
che trascorreva lunghi periodi nel paese della moglie, pur risiedendo a
Milano. In occasione delle nostre cene a Zifarelli, mentre Renzo
allietava la serata con le più belle romanze del repertorio
melodrammatico o con le più belle canzoni classiche napoletane
accompagnato alla chitarra dal maestro Salvatore Basile o da Domenico
Secreto, Peppino, montava il cavalletto davanti il caminetto nel quale
ardeva un bel fuoco e, in una ventina di minuti, sfornava un quadro che
regalava a me o a qualche altro amico.
Questo era Peppino Nesci: un uomo generoso, un amico
sincero , un caccurese autentico fin nella più intima fibra che
Caccuri amava davvero, senza infingimenti, retorica o secondi fini.
Purtroppo dal suo paese subì anche un affronto incredibile quando
rifiutò il dono di una stupenda "Via Crucis" che Peppino
aveva dipinto appositamente per la Chiesa parrocchiale di Santa Maria
Delle Grazie e che, oggi si può ammirare nella chiesetta in
località Olivaro di San Giovanni in Fiore perché un prete coltissimo
come il compianto don Carlo Arnone, accettò con gioia e gratitudine il
dono del pittore caccurese rifiutato dai caccuresi. In passato ebbi a
scrivere: "Credo sia molto difficile, almeno per me, stilare una
graduatoria delle opere dell'amico Peppino Nesci che ci lasciò in una
triste giornata del mese di giugno del 2006, ma con questa XIII stazione
della via Crucis credo abbia raggiunto le vette del sublime. Quel cielo
infuocato tipico dei suoi paesaggi che si richiamano alle opere di Carlo
Quaglia e alla scuola di Scipione, coperto di nubi nere che avvolgono
minacciose il Calvario a sottolineare la drammaticità dell'evento
mentre il Messia esala l'ultimo respiro, i volti addolorati e rassegnati
di Maria e della Maddalena nei quali si legge un dolore muto e
lacerante, la posizione e le piaghe del corpo del Cristo che
testimoniano la sofferenza atroce e sovrumana del figlio di Dio per
l'espiazione dei tutti i peccati dell'umanità sono la massima
espressione artistica di un pittore che maneggiava il pennello come lo
scalpello o la bocciarda dello scultore del marmo, capace di dar vita,
in pochi minuti, a un capolavoro " Ogni volta che mi capita di
vistare la chiesetta sangiovannese e di posare lo sguardo su quel quadro
la mia ammirazione per questo grande artista caccurese, il dolore per la
sua scomparsa e la nostalgia per i momenti felici trascorsi con lui e i
tanti altri amici dei quali ci circondavamo, crescono a dismisura. Ciao,
Peppino, grazie per essere esistito e per essermi stato amico. Ti saluto
con deferenza e commozione.
|
ULTIME
NOTIZIE
22/6/2025
E' MORTA ANTONIETTA PIGNANELLI VEDOVA BELCASTRO

La Negra Parca ha colpito
ancora. Da una settimana l'orrida "Signora vestita di
nero" si aggira per le strade del nostro paese mietendo nostri
amici e compaesani. Stamattina, a cadere sotto la sua maledetta falce,
è stata Antonietta Pignanelli, vedova Belcastro che si è spenta in
contrada Rittusa, a poche centinaia di metri da Zifarelli, all'età di
67 anni, circondata dall'affetto di figlio nuora e nipoti, dopo
lunghi anni di sofferenza.
Antonietta era una donna buona, generosa, civile. Ebbi modo
di conoscerla già negli ani 70, quando sposò il compianto Luigi,
figlio di Ferdinando Belcastro, un cugino di mia madre. La famiglia del
suocero era molto legata alla mia e a quella di mio zio Vincenzo
Chindamo anche per via della parentela. Quando mio zio che provava
un affetto particolare per il cugino Ferdinando tornava da Merano a
Caccuri e quando poi, una volta in pensione si stabilì a Caccuri e
comprò un pezzo di terra adiacente il podere del cugino nel quale
era ubicata la sua casa, eravamo spesso ospiti di Ferdinando e del
figlio Luigi. In quelle occasioni la suocera, Serafina, una donna
bravissima e generosa e la compianta Antonietta, preparavano pranzi
luculliani per le loro famiglie e per quella di zio Vincenzo, dei miei
genitori e per la mia. Allora erano grandi feste e giornate e serate
memorabili. Poi, purtroppo, come succede sempre nella vita, quei
tempi felici finirono presto e tragicamente. Zio Vincenzo morì
all'improvviso per un infarto fulminante, Ferdinando e Serafina si
ammalarono di mali incurabili e ci lasciarono dopo qualche tempo: 2 anni
fa ci lasciò anche Luigi e stamani è stata la volta della cara
Antonietta, che da 9 anni era stata praticamente ridotta una larva da
una brutta malattia. Due famiglie sfortunate quella di Antonietta e
quella dei suoceri che avrebbero meritato bel altra sorte, ma,
evidentemente, questo è il destino delle persone perbene speso
perseguitate dalla sfortuna.
La morte di Antonietta ci commuove nel più profondo dell'animo.
In questo giorno di grande dolore e tristezza vogliamo far
giungere alle sorelle e ai fratelli, al figli Ferdinando e
Antonio, ai nipoti e ai parenti tutti le nostre più sentite
condoglianze.
Il rito funebre sarà celebrato domani pomeriggio alle ore
16,30 nella Chiesa di Santa Maria del Soccorso (Convento). Addio
Antonietta, grazie per la tua gentilezza e cortesia. Riposa in
pace.
21/6/2025
INAUGURATA A NIZZA MONFERRATO LA
MOSTRA "METAMORFOSI" DEL
PITTORE CACCURESE GIULIO LUCENTE

è
stata inaugurata ieri, a Nizza Monferrato, nel palazzo Crova, una mostra
nella quale un pittore caccurese, il maestro Giulio Lucente, espone le
sue opera assieme allo scultore Roberto Giovannetti, un artista
che conduce laboratori espressivi ispirati alla didattica della
creatività.
Il Maestro Giulio Lucente, nato a Caccuri nel 1957, ma
residente da molti decenni nell'Astigiano dove si trasferì con la
famiglia negli anni 60, allievo di Francesco Casorati all'Accademia
Albertina delle Belle Arti di Torino e docente di tecniche pittoriche,
ha esposto in numerose personali e collettive in Italia e nel mondo.
Qualche anno fa gli fu offerta anche una rara occasione per esporre
nella sua terra di origine in una mostra allestita nel Museo Pitagora di
Crotone.
La mostra di palazzo Crova, dal tiolo "Metamorfosi", e
dedicata a Rosetta Lajolo, moglie del grande Davide Lajolo,
scrittore, giornalista e uomo politico comunista meglio conosciuto come
Ulisse, nome di battaglia da comandante partigiano, vincitore nel 1961
del Premio letterario Crotone, e nel 1977 del Premio Viareggio, autore
di opere come "Il vizio assurdo
- Storia di Cesare Pavese", "Vedere l'erba dalla parte
delle radici" e "Il merlo di campagna e il merlo di città"
opera quest'ultima con la quale vinse il Premio Stresa di
Narrativa nel 1983. Prima di morire Rosetta Lajolo disse alla nipote
Valentina per consolarla: "La nonna tornerà con i fiori e le
farfalle." E da allora la cosa si ripete ogni anno anche grazie
alle opere di bravi artisti come i maestri Giovannetti e Giulio
Lucente.
Tra i miei sogni ancora da realizzare c'è quello di visitare una
mostra di Giulio Lucente nel suo paese natale. Chissà che un giorno
questo paese che, solitamente non ama i suoi figli, non riesca a rendere
realtà il sogno mio e, probabilmente anche di Giulio.
18/6/2025
E' MORTO GIOVANNI GUZZO, UN GRANDE AMICO E COMPAGNO

Un altro grave
lutto giunge a funestare questo giugno caccurese. La notte scorsa
la Parca s'è portata via una delle più belle persone che hanno
popolato il nostro paese negli ultimi cinquant'anni. A lasciarci
questa volta è un carissimo amico, Giovanni Guzzo che si è spento
all'età di 87 anni dopo una vita esemplare di lavoro e di
sacrifici. Con la dipartita di Giovanni perdo un amico carissimo e un
compagno leale, onesto, generoso, sempre in prima linea nelle battaglie
politiche e sindacali nel nostro paese, un uomo ch per me era quasi un
fratello.
Conoscevo Giovanni praticamente d sempre, d quando da giovane
abitava ancora con la famiglia nel casolare a ridosso della vecchia
Conicella tra San Nicola e Rittusa. Figlio di umili contadini, partito
praticamente da zero, col suo onesto lavoro comprò, assieme ai
fratelli, un suolo in viale convento sul quale si costruì una
bellissima casa. Poi tirò su
tre figli che studiarono, si laurearono brillantemente e
oggi sono stimati professionisti. Lavoratore infaticabile, coltivò,
fino a qualche mese fa, i suoi poderi . Giovanni era un uomo sincero,
leale, solare, col suo eterno sorriso, la sua bonomia e la cordialità.
Incline alla battuta, ogni volta che ci incontravamo, dopo avermi
salutato con un "Buongiorno professore Giuseppe Marino" che le
prime volte scambiavo per uno sfottò visti i rapporti di amicizia che
non richiedevano di certo simili convenevoli, ci mettevamo a
chiacchierare e a scherzare ricordando i vecchi tempi, le battaglie
comuni e l'intensa attività politica nella mitica Sezione PCI di viale
convento proprio in un locale di sua proprietà. E pi ancora le
battaglie sindacali nei cantieri nei quali Giovanni, provetto e molto
richiesto carpentiere specializzato, prestava la sua opera. La sua
scomparsa mi provoca un immenso dolore e un nodo alla gola che mi
porterò dietro per parecchio tempo. Assieme alla mia famiglia
porgo alla cara consorte Maria Falbo, ai figli Francesco, Ida e Rosanna,
ai nipoti e ai parenti tutti, le più sentite condoglianze.
I funerali saranno celebrati domani, 20 giugno, alle ore 18, nella
chiesa di Santa Maria del Soccorso, a pochi metri dalla sua
abitazione.
Addio, carissimo amico e compagno, grazie per tutto quello che mi hai
dato, per la tua stima, la tua amicizia, il tuo esempio, la tua
testimonianza di inestimabili valori che mi sono stati di
guida contribuendo significativamente alla mia formazione culturale e
umana.
18/6/2025
Addio a Nicola Drago

Si è spento improvvisamente e
prematuramente questa mattina Nicola Drago, figlio degli amici Giuseppe
(Pino) e Maria Teresa Basile.
Nicola aveva compiuto 25 anni ed era in procinto di compiere il
26°. Stamattina l' improvviso malore che lo ha strappato alla famiglia
e ai caccuresi che avevano imparato ad amare questo sfortunato ragazzo,
nonostante il tempestivo intervento di un'ambulanza forSe anche di
un'eliambulanza. I sanitari però non sono riusciti s salvarlo e si son
dovuti dolorosamente limitare a costatarne il decesso.
Nicola aveva frequentato la scuola elementare in una classe
parallela a quella che era affidata a me e, per un paio di anni, le due
classi furono aggregate in un modulo didattico con 3 insegnanti su due
classi per cui fu anche alunno mio. Il ragazzo si era particolarmente
affezionato a me e mi gratificava
della sua stima e del suo affetto. Pur uno strano scherzo del destino,
qualche giorno fa, passavo in auto con mia moglie per il rione Parte.
Nicola era in macchina col padre, fermo sul margine destro della strada.
Mentre passavo una mano si sporse dal finestrino come a volermi
intimare l'alt e mi sentii chiamare. Feci qualche metro, poi
temendo fosse successo qualcosa o che avessero bisogno di aiuto sono
tornato indietro per qualche metro così il padre mi ha rassicurato
dicendomi che Nicola mi aveva volto salutare. Alla luce della terribile
tragedia ora capisco che il mio ex alunno, presagendo l'imminente
dipartita, abbia voluto congedarsi dal suo vecchio maestro con un atto
di deferenza.
Grazie, Nicola, grazie anche per quest'ultimo
atto di riguardo nei miei confronti. Ti ricorderò sempre con
affetto e commozione.
Vaglio far giungere a Pino, a Maria Teresa, ai nonni, agli zii, ai
cugini e ai parenti tutti le mie più sentite condoglianze unitamente a
quelle della mia famiglia.
I funerali saranno celebrati domani 19 giugno, alle ore 17, nella
chiesa evangelica di Caccuri nell'ex piazza Annunziata.
17/6/2025
ADDIO
A CAROLINA LACARIA

Si è spenta oggi a Saluzzo(CN), ove risiedeva da molti anni, la nostra
compaesana Carolina Lacaria.
Era figlia del compianto Francesco Lacaria. In questi momenti di
dolore voglio far giungere ai familiari e ai parenti tutti le mie più
sentite condoglianze. Io e le
mai famiglia cingiamo i un abbraccio affettuoso e commosso l'amica
Giovanna, il fratello Giuseppe e i parenti di Caccuri.
Addio, cara compaesamna, che la terra ti sia lieve.
|